Adolescenza… Maneggiare con cura!
“Vorrei che l’età tra i 10 e i 23 anni non ci fosse, o che la gioventù se la dormisse tutta. Nell’intervallo, infatti, non si fa altro che mettere incinte le ragazze, far torto ai vecchi, rubare e battersi.”
William Shakespeare – Il racconto d’inverno
“Quando ero un ragazzo di quattordici anni, mio padre era così ignorante che non sopportavo di averlo intorno. Quando però ne compii ventuno, mi stupii di vedere quante cose avesse imparato in sette anni”
Mark Twain
Gli adolescenti: “Passionali, irascibili ed inclini a lasciarsi trasportare dai propri impulsi […] Se i giovani commettono un errore, è sempre per eccesso, dal momento che sono portati ad andare sempre oltre, così nell’amore come nell’odio o in ogni altra cosa. Si considerano onniscienti e sono sempre assolutamente certi di quanto asseriscono, anzi è proprio per questo che eccedono sempre”.
Aristotele
L’adolescenza è quella fase della vita di passaggio, quel periodo straordinariamente delicato fonte di disorientamento per i ragazzi e per gli adulti di riferimento.
L’adolescenza è caratterizzata da:
Fragilità – Il cervello dell’adolescente è un cervello fragile, veramente facilmente malleabile. L’adolescente sta attraversando un guado senza neanche ben rendersene conto. E lo sta attraversando anche senza sapere che ci sarà dall’altra parte e questo, se da un lato eccita ed incuriosisce, dall’altro spaventa ed anche molto.
Per questo da parte di noi adulti è fondamentale allenare la pazienza, avere fermezza ma anche molta tenerezza. Non dimentichiamoci che anche se ora questo ragazzo è alto come te ed ha un vocione profondo, sino a qualche mese prima era lì a piangere in braccio a te e a farsi coccolare. Il tempo passa inesorabile e rapido dalla figura dell’ancora bambino a quella dell’adolescente e poi adulto.
Conflitto – Il cervello dell’adolescente è conflittuale; è conflittuale per necessità e non per volontà. Il conflitto è necessario poiché per capire meglio se stessi è necessario che l’adolescente si allontani da noi genitori o adulti di riferimento. Quindi ricordiamocelo ogni volta che nostro figlio ci sfida, o ci rema contro, è un processo naturale anche se, lo so, per noi genitori a volte sfiancante. Cerchiamo di accettare o meglio, tollerare, questa conflittualità, controlliamo si, ma da una certa distanza, cercando di “lasciarli andare” quando è possibile poiché è attraverso questo meccanismo che il ragazzo o la ragazza imparano a capire loro stessi ed il ruolo che hanno nei confronti degli altri. L’adolescente può avere difficoltà nell’autoregolazione dei propri stati emotivi, in particolare della rabbia, che può tradursi in acting-out, cioè azioni impulsive che prendono il posto del pensiero e della parola.
Binomio tipico di questa fase di vita è infatti quello tra adolescenti e regole: la ribellione alle regole genitoriali si associa alla voglia di affermarsi, a volte anche correndo dei rischi.
Influenzabilità – Gli adolescenti sono fortemente influenzabili, come lo sono i bambini d’altronde. L’enorme differenza, però tra bambini ed adolescenti è il soggetto che influenza: mentre i bambini vengono maggiormente influenzati dal gruppo Famiglia, gli adolescenti diventano sempre meno influenzabili dalla famiglia (dalla quale si devono distaccare) e sempre di più dal gruppo dei Pari. È molto importante, quindi, che noi genitori, sempre con discrezione e rispettosa distanza, ci interessiamo delle loro frequentazioni, cerchiamo di capire con chi nostro figlio vive le sue emozioni, con chi si confida, dove va, con chi chatta e su che siti naviga perché tutto questo rimarrà nella trama emotiva e comportamentale dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze.
Fisicità e richiesta di conferme – Sono in cerca di continue conferme in quanto fragili e dubbiosi ma ora, le conferme vengono ricercate non più dai genitori ma dal gruppo dei pari.
Tra loro i ragazzi si studiano, cercano di capire quanto preparati sono al “gioco della vita”.
Considerando l’adolescenza come periodo di cambiamenti, il primo e più evidente che riscontriamo nell’adolescente è quello di un corpo che cambia e in cui può fare fatica a stare. Spesso le trasformazioni sono rapide e hanno una risonanza profonda nella psiche e nel comportamento.
A livello fisico, i principali cambiamenti che caratterizzano l’adolescenza riguardano:
- l’aumento dell’altezza e del peso
- lo sviluppo delle caratteristiche sessuali
- la diversa distribuzione di muscoli e grasso
- le variazioni dei sistemi circolatorio e respiratorio.
I cambiamenti ormonali coinvolgono gli androgeni nei maschi e gli estrogeni nelle femmine, che producono la maturazione sessuale del corpo.
Un’ondata di cambiamenti investe anche il cervello dell’adolescente, soprattutto la corteccia frontale e prefrontale, coinvolte nelle funzioni esecutive come il controllo degli impulsi, la regolazione delle emozioni, la capacità di scelta e di prevedere le conseguenze delle proprie azioni.
Lo sviluppo cerebrale interessa: i lobi parietali nelle aree deputate al ragionamento logico e spaziale, i lobi temporali associati al linguaggio, i lobi frontali, che regolano i processi di pianificazione, controllo e coordinazione.
Lo sguardo dell’adolescente si rivolge alla sua immagine che ha perso l’aspetto infantile. La percezione della propria corporeità viene influenzata dal consenso espresso dagli altri e dal contatto che riesce a intrattenere con le proprie sensazioni.
Di frequente c’è un cambiamento del look: vestiti, accessori, trucco, tatuaggi, piercing si fanno portatori di messaggi e del bisogno di riconoscimento. Mentre cresce l’interesse alla socializzazione e all’incontro con i coetanei, si rimodulano le interazioni con la famiglia, oscillando tra dipendenza e autonomia.
Mancanza di Lungimiranza – Gli adolescenti non sono lungimiranti, a loro non interessa cosa potrà accadergli domani, tra un mese o tra 10 anni. Gli adolescenti vivono sul “Qui ed ora”. Se vogliamo incidere gentilmente sui loro comportamenti, dobbiamo ragionare in termini di “Beneficio immediato”, con qualcosa che arricchisce il desiderio di formare una loro identità poiché se utilizziamo la classica tecnica del “Te ne pentirai un giorno”, questa frase entrerà da un orecchio ed uscirà dall’altro.
Ad essi manca la capacità di contestualizzare. Essi ragionano in base ai loro schemi mentali e non riescono ad entrare in sintonia con quello dell’adulto. E responsabilità di noi genitori capire loro, non il contrario.